L’avvocato oggi: non più un solista, ma il membro di un’orchestra
Angela Zucchetti, esperto giuslavorista di WI LEGAL, racconta come si è evoluta la professione nel tempo e quali sono le sfide, oggi, per chi lavora nel mondo del diritto del lavoro.
Angela Zucchetti è socia di WI LEGAL e si occupa da sempre di diritto del lavoro, sia nell’ambito della consulenza che del contenzioso. La sua esperienza è maturata nell’assistenza di società italiane e gruppi multinazionali operanti nei settori della produzione e dei servizi. Si è occupata di rapporti di lavoro sotto i tradizionali profili individuali e collettivi, ma anche di operazioni di riorganizzazione, ristrutturazione, acquisizione societaria e trasferimento d’azienda.
Diritto del lavoro, una materia nata negli anni ‘70
«Ho studiato Giurisprudenza senza la convinzione di voler diventare avvocato» esordisce Zucchetti, «ma l’occasione si è presentata senza cercarla, per quella che oggi mi appare come una congiuntura astrale: entrai come praticante in uno studio che assisteva grandi aziende presenti all’epoca in Italia, a partire da Montedison: uno dei primi studi con competenze specialistiche, in un contesto – era la fine degli anni ‘80 – in cui lo studio legale era ancora costituito dal singolo professionista, senza particolare specializzazione se non la macro distinzione civile/penale. Quello studio, invece, era un’avanguardia: una boutique del diritto al servizio delle aziende, con specialisti in diritto commerciale, societario, fallimentare, contenzioso, proprietà intellettuale, ecc.»
«Fra questi settori c’era il diritto del lavoro, visto con una certa diffidenza: era una materia ancora nuova, che si era differenziata dal diritto civile negli anni ’70 con l’introduzione dello Statuto dei Lavoratori e il processo del lavoro. Al tempo, forse, c’erano trenta avvocati del lavoro in tutta Milano. La mia prima esperienza è stata al fianco di uno di loro, l’avvocato Manca. Mi appassionai con l’entusiasmo che può avere una persona giovane: il lavoro, posto a base della Repubblica (l’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro), è il luogo della realizzazione della persona e della partecipazione attiva alla collettività».
Il mondo del diritto fra nuove materie e specializzazioni
«In questi anni la professione dell’avvocato è molto cambiata. Quando ho incominciato, l’avvocato (al maschile non come “neutro” ma come dato di fatto del genere all’epoca di gran lunga maggioritario) era soprattutto un attore individualista sulla scena della giustizia con una spiccata attitudine all’oratoria, insomma un solista.
In prima linea c’era sempre il dominus, alle sue spalle collaboratori spesso invisibili. L’avvocato era un tuttologo, non si avvertiva nemmeno l’esigenza delle specializzazioni. Oggi non è più così: la specializzazione è insita nella qualità professionale e anche i tribunali sono costituiti in sezioni specializzate che un tempo non esistevano.
L’avvocato oggi: non più solista, ma parte di un’orchestra
«Oggi la pluralità di competenze è una necessità anche nell’ambito del diritto del lavoro che negli anni più recenti ha allargato il suo ambito di azione, chiamato in causa dalle evoluzioni normative in materia di privacy, sicurezza sul lavoro, responsabilità amministrativa degli enti e in genere dalle normative che riguardano trasparenza e compliance. C’è quindi, ormai, una pluralità di professionalità che ruotano intorno al diritto del lavoro: in questo senso, la peculiarità di WI LEGAL è nel fatto di averle al proprio interno, in modo da poter supportare l’avvocato e l’impresa nell’ambito dell’assistenza giudiziale e stragiudiziale. Io ho sempre preferito la consulenza, all’assistenza giudiziale, ma le due cose non vanno disgiunte. C’è sempre la necessità di avere più voci, che devono armonizzarsi per concorrere al risultato».
«Tornando alla metafora iniziale, se un tempo l’avvocato era un solista» chiosa Zucchetti, «oggi deve abbandonare quel ruolo ed entrare a far parte di un’orchestra, abbracciare una sinfonia che punta ad arrivare insieme ad un risultato comune. La sinfonia per antonomasia è la Nona di Beethoven, dove i solisti si integrano completamente con il coro e l’orchestra: ascoltandola, si comprende anche plasticamente cos’è il suonare insieme. Questa è la missione oggi dello studio legale».