Hospitality: ruolo dell’avvocato e gestione del personale
Il settore dell’hospitality vive in questi anni un momento critico: la mancanza di personale preparato è l’ostacolo maggiore, a cui si aggiunge la difficoltà nell’offrire flessibilità a lavoratori che, per la natura del proprio ruolo, non possono ad esempio lavorare in smart working. Come l’avvocato del lavoro può supportare chi si occupa di HR nell’hospitality?
Ne parliamo con Eleonora Cangemi, avvocata e socia dello studio legale WI LEGAL, che da anni lavora fianco a fianco con i direttori e con gli HR di alcune tra le più importanti catene alberghiere italiane e internazionali.
Un’esperienza di lungo corso
Eleonora Cangemi lavora nell’hospitality da oltre vent’anni, gestendo le prime operazioni di outsourcing dei servizi di housekeeping (pulizia e facchinaggio) a Milano, oltre 10 anni fa. L’outsourcing si svolge attraverso un contratto di appalto con il quale si affida a società terza (esperta del settore) una specifica attività, nel caso di specie le attività di pulizia e riassetto camere e movimentazione bagagli. Tale operazione consente di ottimizzare i flussi organizzativi di una serie di incombenze e problematiche organizzative. All’epoca l’operazione ebbe grande risonanza nel settore, in virtù del fatto che la sua attuazione avvenne con un accordo sindacale, a dispetto del timore e del sospetto che di norma le operazioni di outsourcing provocano tra i lavoratori. Negli anni a venire la grande maggioranza degli alberghi ha affidato all’esterno tali tipi di attività e molte nuove aperture sono state effettuate con i servizi di housekeeping già in appalto a società esterne. Le regole per il successo di un buon appalto sono la scelta di un partner affidabile e la corretta gestione dell’appalto medesimo, per evitare commistioni fra dipendenti dell’appaltatore e dipendenti della committente, attraverso modalità di comunicazione secondo regole precise.
L’errore più frequente è il voler privilegiare la riduzione dei costi a dispetto della qualità del partner scelto, che potrebbero dimostrare poca attenzione all’inquadramento dei dipendenti ed alla corretta gestione dell’orario di lavoro con ricadute sullo stesso albergo committente e conseguente contenzioso che hanno coinvolto anche gli hotel in virtù della regola generale sulla responsabilità solidale.
Va detto che oggi il tema d’attualità riguarda l’opportunità o meno di re-internalizzare alcuni servizi.
Le difficoltà che incontra chi si occupa di people management nell’hospitality
Il mondo alberghiero sta vivendo una “rinascita”. Passato il drammatico periodo del lockdown, il settore è in forte ripresa (ne sono prova, nella sola città di Milano, le prossime aperture di 6 nuovi alberghi di lusso), tuttavia le strutture stanno affrontando grosse difficoltà nel reperire il personale. Inizialmente il problema riguardava lo staff qualificato, oggi la problematica è più estesa, è difficile trovare personale anche da formare.
Tale situazione non può stupire. Le retribuzioni, le modalità di lavoro con un impegno fisico importante e l’impossibilità di offrire strumenti oramai entrati nella normalità del mercato del lavoro, come lo smart working, rendono le professioni del mondo dell’hospitality meno attrattive rispetto all’attuale realtà in cui si punta sempre più al work life balance: diviene pertanto fondamentale trovare degli strumenti volti ad incentivare professioni come lo chef de rang o il commis di sala, avvicinando i giovani al mondo alberghiero: deve essere una scelta e non un obbligo perché “non ci sono altre alternative”.
Come l’avvocato del lavoro supporta chi si occupa di HR nell’hospitality e qual è il suo valore aggiunto
Prosegue Eleonora Cangemi “si deve partire da una miglior organizzazione del lavoro, ad esempio limitando l’utilizzo del “turno spezzato”, pensare ad una premialità differenziata e tailored made sulle esigenze specifiche di ciascuna struttura anche attraverso lo strumento del welfare; le persone devono sentirsi parte dell’albergo, vivendone magari l’esperienza da “cliente” o dedicare giornate alle famiglie all’interno della struttura alberghiera. Il sogno non deve essere solo regalato, può anche essere vissuto.
Al di là della profonda conoscenza del settore, mi viene riconosciuta la capacità di “far dialogare” le diverse funzioni aziendali, coordinando le esigenze dell’HR con quelle della direzione, della parte operativa e del commerciale/marketing. Parlo da sempre con le diverse funzioni capendo le diverse esigenze e trovando il necessario punto di incontro.